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Faure, Sébastien.

Teorico e agitatore anarchico francese. Appartenente a una ricca famiglia, fu dapprima portato dalla vocazione religiosa a entrare nel collegio gesuita delle Missioni di Clermont-Ferrand, poi ad abbandonare il noviziato e a dedicarsi a un'intensa attività politica nelle file del Parti Ouvrier (socialista) e, infine, ad aderire al movimento anarchico, di cui divenne una delle figure di maggior rilievo internazionale. Subì vari arresti e detenzioni e affiancò l'intensa attività di agitazione politica ad un'altrettanta intensa attività teorica che lo portò a pubblicare varie opere, tra cui spicca il saggio intitolato Il dolore universale. Filosofia libertaria (1895). Molto intensa fu l'attività di propaganda politica svolta attraverso il "Journal du peuple", sulle cui pagine condusse varie campagne in favore delle libertà civili e contro ogni forma di ingiustizia e oppressione, intervenendo tra l'altro in favore del capitano Dreyfus, l'ufficiale ebreo processato e condannato da un tribunale militare sulla base di false prove. Inoltre intervenne in favore del rivoluzionario spagnolo Francisco Ferrer, di Sacco e Vanzetti e di numerosi altri. Nemico di ogni forma di dogmatismo, sia politico sia religioso, si batté per le più ampie libertà e, convinto dell'importanza dell'ambiente sulla formazione dell'individuo, si impegnò anche in esperienze comunitarie ispirate alle idee oweniane. Dopo aver acquistato una proprietà nella foresta di Rambouillet, vi fondò un asilo-convitto che chiamò l'Alveare (La Ruche), accogliendovi i bambini di ambo i sessi ed educandoli sulla base di principi pedagogici libertari. Prima di essere costretto al silenzio dall'occupazione nazista della Francia, incise su un disco un appello ai giovani perché si opponessero alla guerra e al Fascismo (St.-Etienne 1858 - Royan 1942).